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VALSANZIBIO: CALTO CALLEGARO - MONTE ORBIESO
L'itinerario propone il giro di una valle silenziosa e luminosa, priva di case e poco coltivata, con splendide suggestioni paesaggistiche in ogni stagione.
Lunghezza 5.5 Km - Dislivello 300 m. - Tempo di percorrenza medio ore 2,30.
Attraversando il borgo vecchio di Valsanzibio, allineato lungo la strada che dall'esedra di villa Barbarigo porta all'antica Pieve di S. Lorenzo, osserviamo gli orti. i giardini e le tipiche vigne a pergola che nobilitano le case strette una accanto all'altra. Oltrepassata la Parrocchiale con il bel campanile ed il piccolo sagrato in trachite si continua fino al posteggio del cimitero dove lasciamo l'auto. Saliamo costeggiando una fresca boscaglia e la recinzione del grande parco. Spiando tra gli alberi scopriamo un incantevole scorcio prospettico dove la facciata della villa e' posta tra l'asse principale del giardino e il doppio filare di antichi cipressi che risale il lato opposto della valle.
Al culmine della salita arriviamo ad un piccolo incrocio, giriamo a destra per la stradina che s'inoltra a mezza costa nella valle del Calto Callegaro. Il panorama e' dominato dal monte Ventolone ricoperto da fitti boschi di castagno che scendono al fondovalle. Il sentiero fiancheggia belle colture di olivi che testimoniano un buon grado di assolazione del versante, confermato dalla presenza dell'albero di Giuda, della marruca, del ligustro, dell'asparago pungente e della roverella.
Poco dopo compaiono la robinia, la vitalba. il rovo che denunciano l'abbandono delle colture e lo squilibrio della vegetazione che ne e' conseguito. Piu' avanti osserviamo un altro luminoso oliveto sul ripido versante del colle sistemato a larghi gradoni trattenuti da bei muretti a secco. Proseguiamo su fondo abbastanza agevole e poco inclinato camminando tra una vegetazione ricca ma piuttosto disordinata, dominata dalla solita robinia e dal sambuco. Continuando la strada si restringe e sale, il fondo diventa sassoso e sulla sinistra vediamo un cocuzzolo con maestosi castagni centenari. Si tratta di un piccolo condotto vulcanico d'esplosione formato da brecce di composizione riolitica.
Sul retro del monticello troviamo un ambiente particolarmente fresco ed ombroso dove a fine inverno fioriscono il dente di cane, la dentaria, la polmonaria, il bucaneve. Saliamo dolcemente fino ad una leggera curva dove una lingua di roccia vulcanica ospita un bel bosco di castagno. Poco dopo ricompare la boscaglia a roverella con carpino nero e orniello, arricchita da ginestra, scotano, cisto, saponaria montana, albero di Giuda, ginepro, rosa di macchia e qualche orchidea.
La parte alta della valle, calda e luminosa, dove affiorano potenti bancate di "scaglia rossa", offre una bella vista sulla gola boscosa sovrastata dalla massa regolare del Ventolone, e sulla pianura lontana. Con una stretta e ripida serpentina, il sentiero sbuca su una stradella proveniente da Arqua'. Giriamo a destra seguendo per un centinaio di metri la strada fino alla successiva curva, qui andiamo dritti prendendo il sentierino che sa1e ed entra in una galleria di robinie e sambuchi. Usciamo su un poggio che offre una splendida panoramica a 360 gradi su tutta la zona centro-meridionale dei colli. Scendiamo verso nord e percorriamo un breve tratto asfaltato che corre sullo spartiacque tra la valle del Rio di Fontanafredda e quella appena risalita del Calto Callegaro. Subito dopo la casetta bianca giriamo a destra per un viottolo che passa a fianco di un'antica cisterna e porta verso monte Orbieso.
A sinistra ampio panorama verso i colli e le valli di Galzignano, dietro i quali spuntano il colle di S. Daniele e la zona termale. Arrivato a ridosso del versante, il sentiero si divide. Vale la pena fare una breve digressione a sinistra e salire sulla cima dove scopriamo i resti trasformati, ma abbastanza leggibili, del piccolo convento, prima benedettino poi camaldolese, di S. Maria di monte Orbise (Orbieso), di cui si hanno notizie fin dall'inizio del XIII secolo.
Ritornati al bivio seguiamo il tracciato che corre sul fianco boscoso del monte, separato dai vigneti da una breve siepe. Inizia la discesa all'interno di un bosco che nel tratto iniziale presenta zone degradate a robinia e lembi piu' integri a roverella. Poi il sentiero si fa piu' ripido e sassoso ed entriamo nel castagneto. Questo tratto per la bellezza del bosco e per il silenzio e certamente uno dei punti piu suggestivi del percorso. La discesa, a causa del fondo smosso, non e' molto agevole e vale la pena farla con calma per meglio gustare l'armonia del luogo. Quando compare la "scaglia" il fondo diventa di colpo pianeggiante e, passando a fianco di un rudere, notiamo il cambiamento della vegetazione dovuto alla comparsa del terreno calcareo: la boscaglia mista a roverella, omiello e carpino ha preso il posto del fresco castagneto. Prima che riprenda la discesa notiamo, nascosta tra gli alberi, una grande croce di ferro portata li per voto dai valligiani. Affrontiamo un impegnativo tratto in discesa con le scaglie calcaree disposte a gradini. In breve il sentiero attenua la pendenza e poco dopo, sulla destra. troviamo i primi olivi. Il tracciato si restringe e scende regolarmente tra oliveti e vegetazione spontanea fino al bivio che avevamo incontrato all'inizio. Qui ritroviamo l'asfalto che ci riportera' al punto di partenza.