Partenza:
via Lucerna - Baone.
Lunghezza: Km 5,4 Dislivello
complessivo: 170 mt.circa compresa deviazione verso la
cima Tempo
medio percorr. : 4 ore, compresa deviazione
verso la cima. Gradi di difficoltà:
nessuno.
Stagioni più favorevoli: la primavera
il periodo della fioritura; grande varietà floristica.
NOTE SUL PERCORSO
Partendo da Baone il percorso sale lungo via Lucerna fino a raggiungere
il Monte Cecilia; con una breve deviazione si possono osservare
i ruderi di un castello. La seconda parte del sentiero corre lungo
il versante settentrionale del monte, passando vicino a Casa Meneghina
e Casa Chimelli. Di qui, scendendo per via Moschine, si ritorna
in paese. Il percorso si snoda tra coltivi, boschi di robinia,
boschi misti a roverella e prati aridi calcarei ricchi di orchidee
spontanee e con la presenza della rara e preziosa Ruta patavina;
spettacolare è la fioritura primaverile della ginestra.
IL SENTIERO DEL MONTE CECILIA
Lasciata la macchina nella piazza di Baone, prendendo la strada
che porta a Valle San Giorgio, si raggiunge via Lucerna e si sale,
tra coltivi e case, lungo un tratto di strada cementata. Si imbocca
quindi una carrareccia delimitata da siepi di acero campestre,
gelso della Cina o moro mato, rovi, biancospini e lillà.
Tenendo a destra un boschetto di robinia, si svolta a sinistra
e si prosegue costeggiando un uliveto. Guardando verso valle si
scorgono il Monte Castello e il Cero e, tra i due, la chiesa di
Calaone; a sinistra si intravede il campanile di Baone e in lontananza
appare Este. Lungo il percorso sulle rocce affioranti di latite
si possono notare le tipiche esfoliazioni cipollati, un fenomeno
che si manifesta nelle rocce omogenee esposte agli agenti atmosferici.
Si tratta di un processo di alterazione progressivo che si presenta
sottoforma di una desquamazione della roccia secondo superfici
concentriche dall’esterno verso l’interno del blocco;
è osservabile soprattutto negli affioramenti di rocce latitiche
e basaltiche. Si continua fino a un bivio dove, proseguendo a
destra tra carpini neri, bagolari spacca sassi, robinie e frassini,
si scopre un sottobosco ricco di asparago, olmo da siepe, acero,
biancospino, pungitopo e beretta del prete, così chiamata
per la caratteristica forma dei frutti. Al bivio successivo si
sale a sinistra e si possono osservare olmi, cornioli, aceri e
frassini, fino ad una radura delimitata da un boschetto di robinie.
Proseguendo sulla destra si nota che la vegetazione si fa pi rada
e appare composta quasi tutta da robinia, rovi e biancospino.
Al punto di ristoro situato poco più avanti si può
godere della vista sui monti Cero, Castello e sull’abitato
di Calaone. Riprendendo il cammino tra olmi, robinie, roverelle
ed un sottobosco di pungitopo, si giunge a una piccola radura
dalla quale si scorgono il Monte Ricco, la Rocca di Monselce ed
Arquà Petrarca. Un altro spiazzo poco più avanti
permette di osservare di nuovo l’esfoliazione della latite.
Si rientra ora nel bosco di acacie, delimitato all’inizio
da esemplari di gelso della Cina e dopo un lungo tratto, si incontra
la deviazione per i ruderi del castello dei Conti di Baone. Una
salita con scalini in pietra conduce alle rovine, dove è
presente la croce in ferro che gli abitanti di Baone posero sopra
il castello dopo che il tiranno Ezzelino lo rase al suolo; i tedeschi
nel 1943 distrussero il poco che rimaneva, credendo che fosse
una base partigiana.
Ritornando al sentiero principale, si incontrano splendide piante
di fitolacca, un bosco di roverella ed un boschetto di robinie.
Attraverso una finestra naturale è possibile vedere Monselice,
la Rocca, il Monte Ricco e la pianura circostante. Più
avanti, a fianco della sbarra, troneggiano alcuni bellissimi esemplari
di albero di Giuda. Il sentiero procede in discesa e dopo un lungo
tratto, si arriva ai ruderi di casa Bolcato per poi entrare in
un bosco più fitto costituito prevalentemente da aceri,
olmi, mori mati e sambuco. Dopo una curva a destra cambia l’esposizione
e torna la robinia.
Al bivio si svolta a destra, tralasciando la deviazione che si
ricongiunge al sentiero principale. Tra le fronde si scorgono
il Monte Ricco e la Rocca. Talvolta è possibile sentire
il verso del fagiano maschio, animale che con un po’ di
fortuna è possibile scorgere tra le erbe. Proseguendo si
entra in un bosco dove la vegetazione appare più ricca,
con la presenza di carpini, alberi di Giuda, mori, rosa di macchia,
omo, sanguinella, asparagi, bagolari, aceri, roverelle, sambuchi,
biancospini. Usciti dal bosco si sbuca in un prato arido calcareo
con ginestre, bellissime nella loro fioritura gialla e la preziosissima
Ruta patavina; in primavera è facile notare diverse pecie
di orchidee, del genere Ophrys e Orchis.
Una panca sotto un esemplare di roverella permette di riposare
ed ammirare il panorama: la Rocca, i monti Ricco, Piccolo, Pentolone,
Gallo, Venda, Rusta e Gemola. La discesa procede fra le ginestre
e passa in mezzo a un boschetto di roverella con ginepri e carpini
neri; al termine alcuni piccoli meli e ancora cespugli di ligustro,
marruca (onge de gatto) e rosa; quindi un altro boschetto simile
al primo, con la presenza anche di asparagi, ailanto, frassini
e terebinto. Il sentiero prosegue tra una serie di bagolari, alberi
di Giuda e lillà fino a una carrareccia che porta alla
strada d’asfalto; di qui, a sinistra, si torna a Baone.
In collaborazione con
ENTE REGIONALE PARCO COLLI EUGANEI.
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