L'Abbazia
benedettina di Praglia, immersa nel verde dei Colli Euganei, rappresenta
uno dei capisaldi medievali dell'opera di colonizzazione agricola benedettina.
Come l'Abbazia di S.Giustina, a cui peraltro venne unita nel XV sec.,
l'Abbazia di Praglia è stata protagonista di alterne vicende.
Fondata nel XI sec. venne eretta a feudo dall'imperatore Federico II
nel XIII sec. Successivamente autonoma, poi in commenda e infine unita
a s.Giustina. L'Abbazia comprende un vasto complesso architettonico,
costituito dalla grande chiesa ricostruita alla fine del 1500 su disegno
di Tullio Lombardo.
L'Abbazia non ebbe particolari problemi fino al 1810, quando Napoleone
la soppresse. I monaci, che avevano dovuto lasciare Praglia, vi rientrarono
solo nel 1834, grazie all'appoggio del governo austriaco. Ma la ripresa
della vita benedettina a Praglia ebbe breve durata, perché già
nel luglio 1866 le truppe italiane entrarono a Padova e il 4 giugno
dell'anno successivo venne applicata all’Abbazia la legge del
luglio 1866 che sopprimeva tutte le corporazioni religiose. Così
la comunità fu sciolta una seconda volta, e la maggior parte
di essa trovò rifugio nel monastero di Daila (Istria), allora
in territorio austriaco. A Praglia restarono solo due o tre monaci,
per impedire la totale dimenticanza del monastero nella speranza di
una nuova fioritura. Tutti i beni fondiari del monastero compresi libri
e arredo vennero messe all’asta e acquistati da facoltosi banchieri,
che in un secondo momento nel 1900, decisero di cedere nuovamente, dietro
ricompensa, tutti i beni ai monaci, permettendo così la salvezza
dell’Abbazia, che tornò al suo splendore nel 1904.
Il nuovo cammino di Praglia, da allora, fu sempre in
ascesa, anche durante le due guerre mondiali che videro Praglia schierarsi
in prima linea,come luogo di pronta accoglienza, e luogo di custodia
di infiniti e preziosi tesori di storia e di arte, compresi i quattro
cavalli di bronzo della basilica di S. Marco a Venezia. Attualmente
sede di ricchissima e antichissima biblioteca e di un famosissimo centro
per il restauro del libro. Presso la comunità funziona pure una
foresteria che offre ospitalità a gruppi e a singoli, che desiderino
avvicinarsi alla vita spirituale dell'ordine.