Il territorio di Selvazzano Dentro è fortemente segnato dalla
presenza del fiume Bacchiglione che, oltre a imprimere una forte connotazione
ambientale, ha condizionato profondamente le vicende del passato,
ivi compreso l'aggettivo "Dentro", riferito alla condizione
dell'abitato rispetto al fiume (intra flumen). Lungo le rive del corso
d'acqua si sono infatti formati i principali nuclei abitati; ha ruotato
l'economia e lo sviluppo dei secoli scorsi; si è plasmato il
disegno agrario del territorio; si è conformato l'assetto viario
e edilizio che oggi ancora conserva, pur con le inevitabili trasformazioni,
i caratteri originari.
La storia del territorio affonda
le radici nei secoli della tarda età del bronzo, quando piccoli
nuclei di paleoveneti eressero le loro umili dimore sui dossi emergenti
dalla piatta pianura alluvionale. I reperti archeologici, restituiti
in buona parte dal fiume, attestano un'attività domestica,
culturale, militare e funeraria, elaborata e segnata da un vivace
scambio, commerciale oltre che culturale, con le vicine popolazioni
di Padova ed Este. Il territorio selvazzanese in età romana
risente fortemente della vicinanza del centro Patavino e delle terme
Aponensi. L'area, verosimilmente interessata da una profonda trasformazione
agraria, venne segnata dall'attraversamento di due importanti assi
viari: la strada Montanara, che unisce Padova ai Colli Euganei e la
strada Pelosa, che uscendo dal centro di Padova conduce a Vicenza.
Il problema delle frequenti inondazioni del Bacchiglione venne parzialmente
risolto con la creazione di rilevati stradali, sopraelevati rispetto
al piano campagna tanto da consentire, anche nei successivi secoli
dell'Alto Medioevo (segnato da un marcato abbandono delle campagne)
un utilizzo di questi collegamenti viari. All'Alto Medioevo appartengono
le parti più antiche di alcune costruzioni religiose, in seguito
inglobate in edifici più ampi, come la pieve di S. Michele
(oggi Auditorium) riedificata nel XII secolo e sopraelevata nel XVIII
- XIX. La rinascita istituzionale e demografica dei secoli XI e XII
registra anche per Selvazzano un concreto avvio: nuovi centri si sviluppano
sia lungo il Bacchiglione (Tencarola) che a ridosso dei due principali
assi viari (Feriole e Caselle), adeguatamente rimaneggiati nel corso
del secolo XIII per iniziativa del Comune di Padova.
Accanto al fiorire di una mezza dozzina
di nuovi comuni rurali - che nel 1810 verranno riuniti per dar vita
all'odierno comune amministrativo - permane la forte presenza della
nobiltà feudale, in parte soggetta al vescovo di Selvazzano
che, a ridosso della pieve di S. Michele, già nell'anno 1000
è titolare di un munito castello in muratura.
Le famiglie dei Da Selvazzano, Maltraverso
e Capodilista (questi ultimi attestati su due modeste alture, estreme
propaggini settentrionali del rilievo collinare euganeo), dominano
il territorio tra XI e XIV secolo, spesso in lotta con i comuni locali
e, soprattutto, con quello di Padova, che a partire dalla seconda
metà del XIII secolo estenderà definitivamente il proprio
controllo su tutta l'area posta a ridosso del Bacchiglione.
Altre presenze rilevanti, in questa
fase cruciale dell'assetto economico-sociale del territorio, sono
costituite dal monastero di Praglia e dalla famiglia Scrovegni.
Il primo riceverà dai Maltraversi
buona parte delle aree ubicate a ridosso del tratto meridionale del
Bacchiglione, unicamente agli importanti mulini, alla chiesa e al
castello (in seguito distrutto) di Tencarola riconosciuti da Federico
Il nel 1232. Beni che il ricco cenobio benedettino cederà solo
con le confische governative del 1810 e del 1867.
Gli Scrovegni, dal canto loro, fino
al definitivo tramonto segnato dall'ascesa della Signoria Carrarese
(1318-1405), costituiscono, invece, il braccio secolare e feudale
del vescovo di Vicenza. La loro celebrata ricchezza si deve anche
all'intenso sfruttamento delle aree agricole della zona settentrionale
di Selvazzano.
L'assetto territoriale impresso in
età comunale, viene profondamente alterato nel XV secolo, con
la conquista del territorio Padovano da parte della Repubblica di
Venezia (novembre 1405). Agli antichi feudatari, alle proprietà
comunali, ai piccoli proprietari locali, subentrano rapidamente alcune
ricche famiglie dell'oligarchia lagunare come i Grimani, i Contarini,
i Pisani, i Renier, i Pesaro e i Priuli.
La loro presenza, oltre a testimoniare
il diretto controllo del governo centrale sul territorio, porta anche
ad un diverso assetto e ad una diversa organizzazione della struttura
fondiaria, vero asse portante dell'economia locale. Anche in questa
fase un ruolo decisivo è ricoperto dal fiume Bacchiglione:
lungo le sue rive, accanto a miseri casoni di legno e paglia, sorgono
solide costruzioni in pietra come Ca' Bigolin, affrescata dall'olandese
Lambert Sustris tra il 1540 e il '45, Ca' Folco Zambelli, eretta verso
il 1580.
Poco lontano, sull'isolato colle
della Montecchia, nel 1575 i Capodilista danno il via alla costruzione
dei loro "Casino da caccia" su disegno di Dario Verotari,
un artista che provvederà pure a realizzare parte degli affreschi
che lo ricoprono interamente. Villa Capodilista, con le sue facciate
scandite da un doppio ordine d'archi, è il vero gioiello architettonico
di Selvazzano, celebrato al punto da essere stato, negli ultimi anni,
il soggetto preferito delle copertine d'altrettante pubblicazioni,
dedicate ai monumenti dell'arte italiana d'età moderna.
Sul colle più basso (il Mottolo)
fa pendant il castelletto della stessa famiglia, costruzione del XII
secolo più volte ampliata e rimaneggiata (sec. XVI e XX) e
oggi al centro di un vasto complesso sportivo (Golf Montecchia).
L'epoca veneziana (1405 -1797) contempla
anche altre realizzazioni di particolare significato, interessanti
la viabilità, le opere idrauliche, i manufatti di regolazione
dell'articolata rete idrografica dell'intero territorio comunale.
in buona parte si tratta di interventi diretti ad assicurare una migliore
regolazione delle acque e una maggiore tranquillità degli abitati
rivieraschi, sottoposti con troppa frequenza alle inondazioni del
fiume. Di questa complessa attenzione ne sono testimoni anche alcuni
professori dell'Università di Padova, come Giovanni Poleni,
fisico e matematico, padre della moderna rilevazione meteorologica,
e famosi letterati, come Melchiore Cesarotti (1730-1808).
Questi, tra l'altro, allo scadere
del secolo XVIII proprio a Selvazzano costruisce la propria dimora
estiva, arricchendola di un giardino all'inglese, (tra i primi esempi
del genere in Italia) ed elevando così il paese sul Bacchiglione
a meta preferita dei padri letterari del nascente romanticismo.
A far visita al Cesarotti, infatti,
qui vengono Ugo Foscolo, Vittorio Alfieri, Madame De Stael (fondatrice
del romanticismo tedesco) e tanti altri letterati europei, affascinati
dalla cultura, dal gusto e dalla sensibilità del letterato
padovano. La dimora e parte del giardino da questi ideato, costituiscono
ancor oggi una delle presenze storico-architettoniche più significative
del territorio comunale.
La storia rurale degli ultimi due
secoli, come peraltro quella di buona parte dei comuni dell'hinterland
padovano, segna una brusca inversione verso la metà degli anni
'50 di questo secolo. L'impulso imprenditoriale e la crescente richiesta
di spazi residenziali trasformano rapidamente Selvazzano da comune
agricolo a vera e propria periferia cittadina di Padova. Le profonde
e radicali trasformazioni sociali ed urbanistiche non riescono comunque
a minare lo spiccato spirito di autonomia amministrativa e gestionale
che ancor oggi è possibile riscontrare.
All'iniziale sviluppo scoordinato
è, infatti, seguito un più razionale utilizzo del territorio,
con una conseguente e rilevante crescita demografica, che ha visto
le 5.000 unità del 1954 salire alle oltre 19.000 dell'ultimo
censimento svoltosi nel 1996.
Il territorio di Selvazzano è
articolato in più località, tutte ben distinte e definite
anche per essere sede di altrettante parrocchie; in particolare si
tratta di Tencarola, con il giovane quartiere S. Domenico sorto nel
1970, e Feriole-Montecchia, tutti centri attestati lungo le due arterie
che da Padova conducono rispettivamente al bacino termale e al centro
di Teolo; a questi va aggiunto Caselle, popoloso abitato residenziale
a nord del Bacchiglione, racchiuso fra la strada "Pelosa"
e la strada "Padana Superiore".